La diagonale del quadrato

La lunghezza della diagonale (d) di un quadrato è uguale alla lunghezza di un lato (l) moltiplicata per la radice quadrata di 2 $$ d = l \cdot \sqrt{2} $$

Il rapporto tra la diagonale e il lato è costante in ogni quadrato, indipendentemente dalle dimensioni dei suoi lati.

$$ \frac{d}{l} = \sqrt{2} $$

Questo rende molto semplice conoscere la lunghezza della diagonale a partire dal lato del quadrato, o viceversa.

Un esempio

Considero un quadrato con lato di lunghezza 4.

$$ l = 4 $$

un quadrato

Quindi la sua diagonale è

$$ d = l \cdot \sqrt{2} $$

$$ d = 4 \cdot \sqrt{2} $$

$$ d = 5.66 $$

La lunghezza della diagonale del quadrato è circa 5.66.

la lunghezza della diagonale del quadrato

La dimostrazione

La dimostrazione si ottiene usando il teorema di Pitagora.

La diagonale divide il quadrato in due triangoli rettangoli isosceli.

la dimostrazione

Ogni triangolo ha come cateti i lati del quadrato (l) e come ipotenusa la diagonale (d) del quadrato.

Il teorema di Pitagora stabilisce che in un triangolo rettangolo, il quadrato dell'ipotenusa, il lato opposto all'angolo retto, è uguale alla somma dei quadrati degli altri due lati.

$$ d^2 = l^2 + l^2 $$

Quindi, semplificando diventa

$$ d^2 = 2 \cdot l^2 $$

Per la proprietà invariantiva dell'equazione, calcolo la radice quadrata in entrambi i membri e semplifico

$$ \sqrt{ d^2 } = \sqrt{ 2 \cdot l^2 } $$

$$ d = l \cdot \sqrt{2} $$

In questo modo ottengo la formula che volevo dimostrare.

Osservazioni

Alcune osservazioni e note a margine sulla diagonale del quadrato

  • La diagonale e il lato del quadrato sono grandezze incommensurabili
    La diagonale e il lato del quadrato non sono grandezze commensurabili, ovvero non hanno un sottomultiplo in comune.

    Dimostrazione. Considero un quadrato ABCD
    un esempio di quadrato
    Per assurdo ipotizzo che il lato AB e la diagonale AC del quadrato siano grandezze commensurabili. Questo implica che esista un sottomultiplo EF in comune compreso m volte nella diagonale AC e n volte nel lato AB del quadrato. $$ \overline{AC} = m \cdot \overline{EF} $$ $$ \overline{AB} = n \cdot \overline{EF} $$Per il teorema di Pitagora nel triangolo rettangolo ABC il quadrato dell'ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati dei cateti $$ \overline{AC}^2 = \overline{AB}^2 + \overline{BC}^2 $$ In un quadrato tutti i lati sono congruenti, quindi AB=BC $$ \overline{AC}^2 = \overline{AB}^2 + \overline{AB}^2 $$ $$ \overline{AC}^2 = 2 \cdot \overline{AB}^2 $$ Sostituisco AC=m·EF e AB=n·EF $$ (m \cdot \overline{EF})^2 = 2 \cdot (n \cdot \overline{EF})^2 $$ $$ m^2 \cdot \overline{EF}^2 = 2 \cdot n^2 \cdot \overline{EF}^2 $$ Semplifico eliminando EF2 da entrambi i membri $$ m^2 = 2 \cdot n^2 $$ Dove m e n sono due numeri interi. Tuttavia, questa equazione non ha soluzioni perché i due membri dell'equazione sono uguali, quindi dovrebbero essere scomponibili negli stessi fattori primi. In questo caso, però, nel membro di destra c'è un fattore 2 in più rispetto al membro di sinistra. Quindi, l'equazione non ha soluzioni con n≠0, ovvero non esiste una coppia di numeri interi non nulli (m,n) tale che m2=2n2. Poiché siamo arrivati a una contraddizione, l'assunzione iniziale che la diagonale e il lato del quadrato siano grandezze commensurabili deve essere falsa. Non esiste un sottomultiplo in comune. Pertanto, è vero il suo contrario, ovvero la diagonale e il lato del quadrato sono grandezze incommensurabili.

E così via.

 


 

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