Energia relativistica

L’energia relativistica di un corpo di massa $ m $ che si muove a velocità $ v $ è $$ E = \gamma m c^2 = \frac{m c^2}{\sqrt{1 - \frac{v^2}{c^2}}} $$ Dove $ c $ è la velocità della luce. Quando il corpo si muove a basse velocità $ v  \ll c $, la formula si approssima a $$ E \approx m c^2 + \tfrac{1}{2} m v^2 $$ In alternativa, l'energia relativistica può essere rappresentata a qualsiasi velocità dalla relazione con la quantità di moto $ p $ $$ E^2 = (p c)^2 + (m c^2)^2 $$

Nella teoria della relatività ristretta l’energia e la massa non sono grandezze distinte, ma due aspetti di una stessa realtà fisica.

Ogni corpo dotato di massa a riposo $ m $ possiede un’energia intrinseca, detta energia a riposo, data dalla celebre relazione di Einstein:

$$ E_0 = m c^2 $$

Quando il corpo si muove, alla sua energia a riposo si aggiunge l’energia dovuta al moto, formando l’energia totale relativistica:

$$ E = \gamma m c^2 = \frac{m c^2}{\sqrt{1 - \frac{v^2}{c^2}}} $$

Nel limite delle basse velocità $ ( v \ll c) $, questa formula si riduce alla somma dell’energia a riposo e dell’energia cinetica classica $ \tfrac{1}{2} m v^2 $.

$$ E \approx m c^2 + \tfrac{1}{2} m v^2 $$

Quando invece la velocità si avvicina a quella della luce ( $ v \to c $ ), il fattore di Lorentz $ \gamma = \frac{1}{\sqrt{1 - \frac{v^2}{c^2}}} $ cresce senza limiti, e l’energia necessaria per aumentare ulteriormente la velocità tende a infinito.

$$ \lim_{v \to c} E = \lim_{v \to c} \gamma mc^2 = \infty $$

Per questo nessun corpo con massa $ m>0 $ può raggiungere la velocità della luce $ c $, in quanto l'energia necessaria sarebbe infinita.

Tuttavia, sappiamo che esistono particelle come i fotoni che si muovono alla velocità della luce.

Perché i fotoni raggiungono la velocità della luce?

Le particelle prive di massa ( $ m=0 $ ), come i fotoni, non obbediscono alla formula dell'energia $ E = \gamma m c^2 $ ma alla relazione generale tra l'energia e la quantità di moto:

$$ E^2 = (p c)^2 + (m c^2)^2 $$

In questo caso, per $ m = 0 $ , la formula diventa semplicemente $  E = p c $ cioè l'energia è proporzionale alla quantità di moto.

$$ E = pc $$

Questo spiega perché i fotoni possiedono energia $ E $ e quantità di moto (impulso) $ p $ finiti pur avendo massa a riposo nulla $ m=0 $ e si muovono sempre alla velocità della luce $ c $.

Nota. Secondo la legge di Planck l'energia di un fotone è finita ed è pari a $ E = h \nu $ dove $ h $ è la costante di Planck mentre $ \nu $ è la frequenza.

    La spiegazione e dimostrazione

    Nella meccanica classica l’energia totale di un corpo è la somma dell'energia potenziale $ U $ e dell'energia cinetica $ K = \tfrac{1}{2}mv^2 $ ed eventuali altre forme (elastiche, gravitazionali, ecc.)

    Nella relatività ristretta, però, questa distinzione non è più sufficiente, perché quando un corpo si muove a velocità comparabili con quella della luce, la relazione tra massa, energia e velocità cambia completamente.

    Einstein mostrò che a ogni corpo di massa $ m $ è associata un’energia totale:

    $$ E = \gamma m c^2 = \frac{m c^2}{\sqrt{1 - \dfrac{v^2}{c^2}}} $$

    Dove:

    • $ c $ è la velocità della luce
    • $ v $ è la velocità del corpo
    • $ \gamma = \dfrac{1}{\sqrt{1 - v^2/c^2}} $ è il fattore di Lorentz

    In base a questa formula un corpo possiede energia $ E_0 $ anche a riposo, ossia quando la velocità è nulla $ v = 0 $. 

    $$  E_0 = m c^2 $$

    È il celebre risultato di Einstein: la massa è una forma di energia.

    In altre parole, la massa può essere convertita in energia e viceversa.

    A questo punto analizzo due scenari, quello classico con la velocità molto bassa e quello relativistico con la velocità prossima alla luce.

    Caso di velocità molto basse

    Se la velocità $ v $ è molto piccola rispetto alla velocità della luce $ c $, ossia $ v \ll c $ , il fattore di Lorentz tende a $ \gamma \approx 1 $.

    $$ \lim_{v \to 0} \gamma = \lim_{v \to 0} \dfrac{1}{\sqrt{1 - v^2/c^2}} = 1 $$

    Quindi l'energia totale $ E= \gamma mc^2 $ si riduce a quella classica $ E = mc^2 $ ossia all'energia a riposo $ E_0 $.

    $$ E \approx  E_0 = mc^2 $$

    Per analizzarlo meglio sviluppo il fattore di Lorentz in una serie di Taylor.

    Come primo passo riscrivo il fattore di Lorentz come una potenza.

    $$ \gamma = \dfrac{1}{\sqrt{1 - v^2/c^2}} = (1- \frac{v^2}{c^2})^{-1/2} $$

    Poi eseguo lo sviluppo in serie di Taylor di un binomio generalizzato (potenza) che vale per qualunque esponente $ \alpha $, purché $ |x| < 1 $.

    $$ (1 + x)^\alpha = 1 + \alpha x + \frac{\alpha(\alpha - 1)}{2!}x^2 + \frac{\alpha(\alpha - 1)(\alpha - 2)}{3!}x^3 + \cdots $$

    In questo caso $ \alpha = -\tfrac{1}{2} $ e $ x = -\dfrac{v^2}{c^2} $

    $$ (1- \frac{v^2}{c^2})^{-1/2}  = 1 + ( - \frac{1}{2} ) \cdot ( - \frac{v^2}{c^2} ) + \frac{1}{2!} \cdot ( - \frac{1}{2} )  \cdot ( - \frac{1}{2} - 1 ) \cdot ( - \frac{v^2}{c^2} )^2 + \cdots $$

    $$ (1- \frac{v^2}{c^2})^{-1/2}  = 1 + \frac{1}{2}\frac{v^2}{c^2} + \frac{3}{8}\frac{v^4}{c^4} + \cdots $$

    Espandere in serie di Taylor significa “approssimare” una funzione intorno a un punto che, in questo caso, è $ v=0 $.

    Questo significa che i termini della serie diventano sempre più piccoli.

    $$ (\frac{v^2}{c^2} \ll 1), (\frac{v^4}{c^4} \ll \frac{v^2}{c^2}), ... $$

    Perciò basta mantenere i primi due o tre termini per ottenere una buona approssimazione classica. 

    $$ \gamma \approx 1 + \frac{1}{2}\frac{v^2}{c^2} $$

    I termini successivi sono piccolissimi e si possono trascurare quando $ v \ll c $.

    Pertanto, la formula dell'energia relativistica diventa:

    $$ E = \gamma mc^2 = (1 + \frac{1}{2}\frac{v^2}{c^2}) \cdot mc^2 $$

    $$ E = mc^2 + \frac{1}{2} mv^2 $$

    Il primo termine $ m c^2 $ è costante, il secondo termine $ \tfrac{1}{2} m v^2 $ è l’energia cinetica classica, 

    Quindi la meccanica classica è solo il caso limite della relatività per basse velocità.

    Caso di velocità molto alte

    Quando la velocità $ v $ del corpo si avvicina alla velocità della luce $ c $, ossia $ v \to c $, l’energia cinetica cioè cresce più rapidamente con la velocità.

    Per un corpo a riposo $ m $ l'energia totale relativistica è la seguente:

    $$ E = \gamma m c^2 = \frac{m c^2}{\sqrt{1 - \frac{v^2}{c^2}}} $$

    L'energia totale relativistica include sia l'energia a riposo $ E_0 $ che l'energia cinetica $ K $ dovuta al moto.

    $$ E =  E_0 + K $$

    Quindi, per definizione l'energia cinetica è la differenza tra l'energia totale $ E $ e l'energia a riposo $ E_0 $.

    $$ K = E - E_0 $$

    Dove l'energia totale è $ E = \gamma mc^2 $

    $$ K = \gamma mc^2 - E_0 $$

    Quando la particella è ferma $ (v = 0) $, il fattore di Lorentz vale $ \gamma = 1 $, quindi l'energia a riposo è

    $$ E_0 = \gamma mc^2 = 1 \cdot mc^2 $$

    $$ E_0 = m c^2 $$

    Sostituisco $ E_0 = mc^2 $ nella formula dell'energia  cinetica $ K = E- mc^2 $

    $$ K = \gamma mc^2 - mc^2 $$

    $$ K = mc^2 ( \gamma -1 ) $$

    Ho trovato la formula dell'energia cinetica relativistica del corpo come differenza tra l'energia totale e l'energia a riposo $ K = E- E_0 $. Quindi, in questo caso l'energia cinetica non è più $ \tfrac{1}{2}mv^2 $.

    Quando $ v \to c $ il fattore di Lorentz tende a infinito ( $ \gamma \to \infty $ )

    $$ \lim_{v \to c} \gamma = \lim_{v \to c} \dfrac{1}{\sqrt{1 - v^2/c^2}} = \infty $$

    Quindi anche l’energia necessaria per aumentare ulteriormente la velocità tende all’infinito.

    $$ \lim_{v \to c} E = \lim_{v \to c} \gamma mc^2 = mc^2 \cdot \lim_{v \to c} \gamma = \infty $$

    Da questo deduco che nessun corpo con massa può raggiungere la velocità della luce, perché l'energia necessaria sarebbe infinita $ E \to \infty $.

    $$ E = \gamma mc^2 = \frac{mc^2}{\sqrt{1 - v^2/c^2} } $$

    Dal punto di vista matematico questo accade perché il numeratore è positivo con $ m>0 $ mentre il denominatore tende a $ 0^+ $

    Ma cosa accade se una particella ha massa zero?

    Se una particella, come un fotone, ha massa nulla $ m= 0 $ anche il numeratore diventa zero $ mc^2 = 0 $.

    $$ \lim_{v \to c} E = \lim_{v \to c} \gamma mc^2 = mc^2 \cdot \lim_{v \to c} \gamma = \frac{ 0 }{ 0} $$

    Questo limite è una forma indeterminata, quindi non è detto che tende a infinito.

    In questo caso per capire l'energia della particella non devo usare la formula $ E = \gamma mc^2 $ bensì la relazione tra l'energia e la quantità di moto.

    $$ E^2 = (pc)^2 + (mc^2)^2 $$

    Dove $ p = \gamma mv $ è la quantità di moto.

    Quest'ultima formula vale per tutte le particelle, anche per quelle senza massa come i fotoni, in cui $ m = 0 $.

    Quindi, unifica in un’unica espressione tutti i casi possibili:

    • per $ m>0 $ descrive le particelle massive,
    • per $ m=0 $ descrive le particelle prive di massa.

    È quindi la forma più generale dell’energia relativistica.

    Quando la massa è nulla $ m=0 $ la formula dell'energia diventa

    $$ E^2 = (pc)^2 $$

    Calcolo la radice quadrata in entrambi i membri dell'equazione

    $$ \sqrt{E^2 } = \sqrt{ (pc)^2 ) $$

    $$ E = pc $$

    Quindi, se un corpo è privo di massa, la sua energia è la quantità di moto per la velocità della luce.

    Questa è la formula generale dell'energia $ E = pc $ per le particelle prive di massa, come i fotoni.

    Ora bisogna capire cosa accade alla quantità di moto $ p $ quando $ v \to c $.

    $$ \lim_{v \to c} p = \lim_{v \to c} \gamma mv = \lim_{v \to c} \frac{mv}{ \sqrt{1 - v^2/c^2} } = \frac{0}{0} $$

    Anche in questo caso se $ m = 0 $ il limite è una forma indeterminata 0/0.

    Tuttavia, se la massa tende a zero $ m \to 0 $ con la stessa velocità con cui il denominatore tende a zero $ \sqrt{1 - v^2/c^2} \to $ , il limite è finito.

    $$ m \propto \sqrt{1 - v^2/c^2} \Rightarrow p = \text{finito}, \quad E = p c = \text{finito} $$

    Se la quantità di moto $ p $ è un numero finito, allora anche l'energia $ E=pc $ è un numero finito, quando $ v to c $.

    Questo è esattamente il comportamento di un fotone, ha energia $ E $  e quantità di moto $ p $ finita, ma massa a riposo zero $ m=0 $.

    I fotoni vivono esattamente in questo limite, non esistono a $ v < c $, ma solo nel punto limite $ v = c $, dove la formula $ E=\gamma mc^2 $ smette di avere senso, e viene sostituita da quella con $ E=pc $.

    Nota. Nella meccanica classica si conserva l’energia meccanica (somma di energia cinetica e potenziale). Nella relatività, invece, la massa stessa rappresenta una forma di energia, $ E_0 = m c^2 $. Di conseguenza, il principio di conservazione dell’energia si estende, non si conserva più solo l’energia meccanica, ma l’energia totale, che comprende anche l’energia a riposo. Quando la massa di un sistema diminuisce, l’energia emessa aumenta nella stessa misura, e viceversa: $$ \Delta E = -,\Delta m, c^2 $$ Questo è il significato profondo della relazione di Einstein: la massa e l’energia sono intercambiabili, ma la quantità totale rimane invariata.

    E così via.

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