Zenone di Elea

Zenone di Elea è un filosofo presocratico nato intorno al 489 a.C. nella città della Magna Grecia, discepolo prediletto di Parmenide. Con il rigore tipico della Scuola eleatica, Zenone si dedica a difendere l’unità e l’immobilità dell’Essere del suo maestro usando i paradossi e le dimostrazioni per assurdo.

In altre parole, considera vera l'ipotesi suoi avversari per assurdo e con un ragionamento logico dimostra che conduce a una contraddizione. Questo approccio, elogiato da Aristotele, è la base del ragionamento dialettico moderno. I suoi paradossi non sono semplici giochi logici ma invitano a ripensare la natura della realtà, rivelando come le apparenze sono ingannevoli e celano una verità nascosta e più profonda. I suoi paradossi hanno stimolato riflessioni che spaziano dalla filosofia alla scienza.

In particolar modo, Zenone si concentra sulla confutazione della pluralità e del mutamento, perché viste come contraddizioni della natura unica e immutabile dell’Essere di Parmenide

La critica al movimento

Zenone critica il movimento con alcuni tra i suoi paradossi più famosi:

  • La dicotomia
    Un corpo che si muove deve prima percorrere metà del percorso, poi metà della metà, in un processo infinito. Da ciò deriverebbe l’impossibilità logica di completare un qualsiasi spostamento.

    Ad esempio, se devo muovermi da A a B, un in determinato tempo raggiungo la metà del percorso AB, in un altro tempo raggiungo la metà della metà di AB, e via dicendo ...senza mai arrivare a B.

  • Achille e la tartaruga
    Anche il corridore più veloce, come Achille, non potrebbe mai raggiungere una tartaruga che abbia un vantaggio iniziale, poiché il ritardo si riproduce all’infinito. Anche questo paradosso dimostra la contraddizione del movimento.
  • La freccia
    Una freccia in volo appare immobile in ogni istante del tempo. Poiché il tempo è composto da istanti, il movimento è dunque un’illusione.

Il paradosso della dicotomia mette in dubbio la possibilità stessa del movimento, sostenendo che attraversare infiniti intervalli in un tempo finito è logicamente contraddittorio.

Pertanto, Zenone insegna che se mi sento bloccato nel traffico, in realtà non stavo camminando nemmeno prima...

Nota. Questi paradossi non solo difendono le tesi di Parmenide, ma anticipano problemi fondamentali della matematica e della fisica, come il concetto di infinito e la divisibilità dello spazio e del tempo. Ad esempio, la matematica moderna, con il concetto di serie convergenti, ha già spiegato come sia possibile percorrere un tratto finito.

La critica alla pluralità

Zenone argomenta che accettare l’esistenza di molteplici enti conduce a contraddizioni logiche.

Parte dall'ipotesi che la realtà è un'entità finita. Ad esempio, il suo maestro Parmemide concepisce l'essere come una sfera.

Tuttavia, Zenone si accorge che non c'è limite alla divisione. Quindi, una realtà finita può essere suddivisa in infinite unità.

A questo punto Zenone formula due ipotesi, queste unità occupano uno spazio (hanno un'estensione) oppure no?

  • Se le infinite unità hanno estensione, allora la loro somma occupa uno spazio infinito. Il che è inconciliabile con la realtà finita.
  • Se le infinite unità non hanno estensione, allora la loro somma è nulla. Anche questo risultato contraddice l'idea di una realtà finita.

Entrambi i casi conducono a una contraddizione.

Quindi, secondo Zenone, dimostrano che la realtà non può essere composta da una pluralità di enti, ma è necessariamente una e indivisibile.

Note aggiuntive

Alcune note aggiuntive su Zenone

  • A differenza di Parmenide che ammette l'esistenza di una "opinione plausibile" tra l'apparenza ingannevole e l'essere (la verità), Zenone la esclude a priori. Quindi, Zenone radicalizza le idee di Parmenide oltre a difenderle.

E così via.

 


 

Segnalami un errore, un refuso o un suggerimento per migliorare gli appunti

FacebookTwitterLinkedinLinkedin
knowledge base

Filosofia